A Montecchio Emilia: Marc Chagall - Le anime morte

Marc Chagall – Le anime morte 
La realtà del mondo interiore


Da sabato 10 aprile a domenica 30 maggio 2010 in mostra al Castello Medioevale di Montecchio Emilia uno dei capolavori dell’arte incisoria del Novecento.Marc Chagall . Ciciov doganiere

Al Castello di Montecchio Emilia (Reggio Emilia) viene presentato il ciclo completo delle 96 incisioni (acqueforti e acquetinte) di Marc Chagall che illustrano il romanzo “Le anime morte” di Nikolaj Gogol’, incise dal 1924 al 1925 e stampate presso la calcografia Fort su ordinazione del famoso editore e commerciante Ambroise Vollard nel 1927.

La pubblicazione venne però rimandata e fu vent’anni dopo che Stratis Eleftheriades detto Tériade, editore di origine greca, riuscì a terminare il progetto il 28 ottobre 1948, a Parigi.

“Le anime morte” fanno parte della cosiddetta Trilogia della grafica di Marc Chagall, commissionata da Ambroise Vollard negli anni venti-trenta che comprende inoltre Le Favole di La Fontaine e La Bibbia.

La grafica costituisce un lato meno noto dell’arte di Chagall, ma è altrettanto fondamentale del suo percorso artistico incentrato, come i dipinti, su una realtà basata più sui sentimenti e sul mondo interiore, suggestivamente poetico, che sul mondo esterno; ed infatti anche in queste tavole si coglie la freschezza tipica del suo tratto.

Mark Chagall scrisse: “mi sembrava che qualcosa mi mancasse se, lasciato da parte il colore, non mi fossi occupato, in un determinato momento della vita, di incisione e litografia. A partire dalla stessa infanzia, quando solo iniziavo ad usare la matita, cercavo qualcosa che potesse straripare come un grande torrente indirizzato verso una lontana ed attrattiva riva. Quando prendevo una pietra litografica oppure una tavola di rame, immaginavo che nelle mani ci fosse un talismano, mi sembrava che potessi collocare in loro tutte le mie sofferenze e gioie”.

La mostra si prefigge di far conoscere uno dei capolavori grafici del Novecento, senza dubbio la più importante opera incisoria di Chagall che traduce, attraverso il disegno, tutta la profondità dell’arte di Gogol’, con riferimenti alla società zarista, ai personaggi e agli scenari russi, e con ampi richiami al paesaggio russo.

Chagall interpreta il testo di Gogol’ e l’universo russo evidenziando i vizi e le miserie dei protagonisti del romanzo, in un ritratto grottesco di un’umanità senza moralismi con i segni incantati, propri anche della sua arte pittorica.

Questa serie di incisioni, che è stata per Chagall l’occasione per mostrare la società russa e riprendere il contatto con le sue origini, racconta il romanzo incompiuto di Nikolaj Gogol’, “Le anime morte”. Come Gogol’, anche Chagall, nelle incisioni, si serve del paradosso, della metafora, del fantastico, della mescolanza di sogno e realtà per raccontare la vita in Russia.

Il racconto narra le avventure del truffatore Čičicov, modesto proprietario terriero, il cui intento è quello di fare fortuna con mezzi disonesti acquistando da altri proprietari terrieri a buon prezzo le "anime morte", ossia i nomi dei servi della gleba deceduti dopo l’ultimo censimento e per i quali i proprietari continuano a pagare il testatico fin quando non ne verrà registrata la morte nel successivo censimento. In questo modo Čičikov punta a crearsi un numero di servitori ("fantasma") elevato al punto tale che, ipotecandoli, si possa costituire un grosso capitale, ottenendo dalle banche prestiti consistenti. Infatti a quei tempi, il patrimonio terriero veniva calcolato sul numero di servi della gleba “anime” possedute dai proprietari.

Chagall riesce ad illustrare con le immagini il testo, come si trattasse di una voce che legge e, come scrive Gaston Bachelard, "Per un filosofo delle immagini, ogni pagina del libro di Chagall è un documento su cui è possibile studiare l'attività dell'immaginazione creatrice".

La mostra, accompagnata da un elegante catalogo curato dalla dott.sa Maria Luisa Gozzi, sarà inoltre impreziosita dal fatto che tante delle opere esposte, di proprietà privata, sono per la prima volta visibili al pubblico. L’intero ciclo appartiene infatti alla Libreria Antiquaria Prandi di Reggio Emilia che già in passato – ad esempio per la mostra di opere di grafica di Giorgio De Chirico – ha collaborato con l’Amministrazione Comunale montecchiese.


LA SEDE ESPOSITIVA
Il Castello Medioevale di Montecchio Emilia, posto in posizione strategica nel medio corso della valle dell’Enza, ha storicamente svolto il ruolo di avamposto verso la pianura dell’articolato ed efficace sistema difensivo ideato dai Canossa.
Il suo impianto originario è ascrivibile al secolo XI, anche se numerosi ritrovamenti di epoca tardo-romana e alto-medioevale attestano la presenza – nello stesso luogo – di insediamenti più antichi.
Il Castello, che esplicò a lungo una funzione tipicamente militare, conserva al suo interno la struttura difensiva con camminamenti, piombatoi e feritoie; successivamente – sotto il dominio degli Estensi – fu adibito a residenza rinascimentale; fino al 1960 fu poi utilizzato a guisa di carcere mandamentale (come testimoniano i graffiti lasciati sui muri dai detenuti) mentre ai giorni nostri non solo è incantevole sede espositiva, ma ospita anche la biblioteca comunale e alcuni uffici.
Grazie a recenti lavori di ristrutturazione sono stati riportati alla luce un antico mulino, ceramiche medioevali, affreschi e soprattutto, nei sotterranei, un sepolcreto carolingio che raccoglie 28 sepolture, sicuramente uno dei ritrovamenti archeologici più importanti di questi ultimi anni nel territorio reggiano.
 

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