Castle on a cloud. Antologica di Giuseppe Biasio

Castle on a Cloud

Antologica di Giuseppe Biasio

A Palazzo Callas - Sirmione (Brescia)

Il Comune di Sirmione rende omaggio a Giuseppe Biasio, pittore padovano classe 1928 che ha partecipato attivamente ai movimenti artistici legati all’Informale. Una  mostra antologica che ripercorre le orme dell’artista portandoci ad ammirare l’evoluzione e lo stratificarsi del suo prezioso lavoro dagli anni Settanta fino a oggi. Nella splendida coreografia delle cinque sale di Palazzo Callas nel cuore di Sirmione viene proposto un percorso affascinante dove è possibile, di volta in volta, perdersi nella lettura delle scritte e dei segni, rivivere nuovi incontri e scoperte, ritrovare oggetti perduti per assegnare a loro nuovi significati. Il tutto per ripercorrere assieme i passi di un lungo viaggio che permesso a Biasio di testimoniare il suo passaggio e la sua presenza. 

“Biasio fa lievitare qui in superficie gli esiti di folgoranti suggestioni che hanno l’immediata valenza di un promemoria, di un foglio di taccuino su cui segnare una traccia di verità. Proprio come avviene per i segni sui muri lasciati dai viandanti. Non occorre altro per testimoniare una presenza, per rimarcare una presa di coscienza  del tempo che ci attraversa e ci contamina di impronte.”
Luciano Caprile

Castle on a Cloud (Castello su una nuvola) è il titolo scelto per questa mostra. Ma è anche il titolo della colonna sonora del famoso musical degli anni Ottanta “I Miserabili”, tratto dall’omonimo capolavoro di Victor Hugo. Una vera e propria ossessione per Biasio che dal 1985 a oggi ritorna nelle sue tele. Brandelli di testi si sovrappongono per lasciare una traccia senza svelarsi mai completamente. Come grida nel silenzio che non possiamo ignorare, che ci tormentano perché non ne conosciamo la fonte e il motivo.  Il “castello sulla nuvola” rappresenta quindi la ricerca di un domani migliore, e la sua traccia la possiamo scorgere così in un semplice “Aren’t” o in un “Not My” che appaiono in molte delle sue tele, ma anche nell’enigmatica presenza di un favo, scelto come metafora perché la “casa delle api” diventa facilmente ai nostri occhi proprio una fantastica “casa nel cielo”.

La mostra, a cura del prof. Luciano Caprile, propone all’incirca una quarantina di opere realizzate tra il 1973 e il 2010. In occasione della rassegna viene presentato il volume “Giuseppe Biasio – Castle on a Cloud” con testo critico di Luciano Caprile in italiano e inglese. Una monografia attenta ricca di foto d’epoca di particolari  e di opere, arricchita da un indice analitico conclusivo che vuole essere il primo tentativo di raccolta di un cospicuo numero di opere, utile alla futura realizzazione del catalogo generale.
 
La mostra e il catalogo sono stati realizzati con la sponsorizzazione di Casamania by Frezza che da anni dimostra un sentito interesse verso l’arte moderna e contemporanea, appoggiando eventi artistici di qualità. Con la collaborazione della galleria Anfiteatro Arte, Padova e Milano, e il supporto di Matteo Vanzan della galleria Arte Sgarro, Lonigo.

La mostra verrà inaugurata sabato 24 aprile, dalle ore 11.30, con presenza dell’artista e presentazione di Luciano Caprile.


Biografia dell’artista:
Giuseppe Biasio: Notte di mezza estate

Giuseppe Biasio nasce nel 1928 a Piazzola sul Brenta in provincia di Padova. Fin da bambino manifesta il suo talento artistico. L’artista Dino Lazzaro decide di portarlo con sé e gli insegna l’arte pittorica. Frequenta l'Istituto d’Arte Pietro Selvatico di Padova dove Amleto Sartori, suo docente di Plastica, gli fa capire la sua vera vocazione. Ben presto le circostanze lo spingono a cercare lavoro in Venezuela. Questo è il primo di una lunga serie di viaggi che cambiano il suo modo di relazionarsi all’arte. Al rientro in Italia viene affascinato dai Grandi Maestri, guarda al Caravaggio, ma sempre con una sua singolare interpretazione. Frequenta gli ambienti veneziani dove conosce Rauschenberg nel 1964 in occasione della biennale veneziana. Questo incontro e i successivi con Mario Schifano, Julian Schnabel e Emilio Vedova appaiono i più significativi perché ognuno di questi  lascia una traccia nel suo linguaggio pittorico. Da sempre appassionato viaggiatore e scopritore del mondo ha usato il viaggio come strumento evolutivo per mutare e arricchire la propria pittura, attraverso le più svariate contaminazioni. Questa sete di conoscenza e di confronto lo ha portato a cercare in modo quasi ossessivo  vite lontane, per immergersi in culture e lingue sconosciute, appropriandosi di tutte le diversità incontrate per renderle intime e tradurle nel suo personalissimo racconto.
 

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